Aldo Carotenuto
Aldo Carotenuto è stato uno dei più importanti e carismatici psicoanalisti italiani. Uno junghiano, però; non uno junghista. Non era cioè uno di coloro che praticano la ripetizione e la sequela delle parole del grande maestro svizzero -Carl Gustav Jung- come un credo non negoziabile. Come una verità dogmatica intorno alla quale è saggio far ruotare tutte le altre. Come un protocollo di principi che riepilogano ogni possibile esperienza della psiche: passata, presente e futura. No.
Al contrario Carotenuto è stato junghiano nel senso profondo dello spirito con cui il padre della psicologia analitica aveva vissuto. Libero da ideologie. Tanto indipendente da rischiare di mettersi contro tutti, nonostante la sua sopraffina arte della conciliazione. Tanto rivoluzionario, da rischiare di essere espulso da tutte le scuole, che pure aveva contribuito a fondare. Tanto autentico da rimanere coinvolto in guerre partigiane da cui quasi tutti si sarebbero per convenienza sottratti..
Colto tanto da possedere una delle raccolte di testi letterari e psicologici più estesi che abbia mai visto in vita mia, Carotenuto viveva in una casa-biblioteca. Ogni centimetro di parete era ricoperto libri. Poggiati e stipati su mensole di vari tipi di legno che partivano dal pavimento e arrivavano al soffitto. La maggior parte dei libri erano sottolineati. Alcuni ancora con il cellofan. Di quasi tutti il maestro conosceva a memoria la posizione e li prendeva arrampicandosi sulle scale di legno con disinvoltura. Era quello il suo regno. E lui il sovrano.
Non era però l’erudizione il motivo del fascino che esercitava, soprattutto sulle donne. Sì, perchè Carotenuto -ne ha anche pagato le conseguenze- è stato un inappagabile e invidiato seduttore seriale. Il suo ipostaturismo non gli ha impedito di contornarsi di molte donne bellissime. A me parevano tutte un pò astiose. Possedeva una capacità attrattiva di cui spesso si faceva vanto nei racconti. Mi ero avvicinato a lui per comprendere le mie ombre. Fra queste la difficoltà con l’altro sesso. La mia goffagine, il mio timore, il mio senso di inadeguatezza negli affari di cuore. La insoddisfazione per la mia vita, per il mio corpo, per la mia statura. Avere come terapeuta delle mie insicurezze fisiche un ipostatutario dongiovanni mi convinceva. Era la prova che avrei potuto farcela anch’io. L’aspetto non determina il successo sessuale. La statura non è un elemento così indispensabile come credevo!
Così è stato, in parte.
Avrei dovuto congratularmi con lui invece non sono stato clemente, nei giudizi che gli rivolgevo. Talvolta mi infastidiva. Mi sembrava eccessivo, monotematico, ossessivo. L’apologia del tradimento come via aurea verso l’individuazione, mi sembrava più una provocazione che un sano progetto terapeutico. Più uno slogan che che un costrutto psicodinamico. Più una esigenza dell’autore che una condivisibile pratica clinica, adatta a risolvere tutti i disadattamenti del paziente. Gli altri? Dove era la considerazione, il rispetto, la responsabilità verso gli altri?
Forse però ero solo impaurito. Impaurito della mia libertà.
L’erudizione non era il motivo del fascino che Carotenuto esercitava sulle donne, dicevamo. Era solo uno degli ingredienti. La sua vera calamita -secondo me- era la capacità di attrarre l’animo dell’interlocutore, sugli aspetti che più teneva nascosti. Li scovava con garbo, quasi distrattamente, poi con feroce determinazione li stringeva in pugno. Ti costringeva a prenderne dimestichezza e poi a diventarne il carnefice. Come un gatto quando gioca con un topo, prima di mangiarlo. Il rispecchiamento grandioso che sapeva offrire Carotenuto, a partire dalle inconfessabili debolezze dalle quali ognuno di noi è abitato, non aveva limiti. Carotenuto ti offriva la sensazione di essere unico proprio laddove sentivi di essere indifendibile. Affascinante e indistruttibile proprio dove percepivo le mie fragilità.
Ferita-feritoia, la chiamava. E’ la traduzione aggiornata dell’equazione personale di Jung. E’ esattamente la chiave che mi ha convinto a proseguire l’indagine della psiche negli studi universitari e nelle due specializzazioni successive. Fino a diventare anch’io uno psicoanalista.
Ebbene, Carotenuto è stato il mio primo analista. Il mio mentore. Mi ha coinvolto all’interno della sua Associazione. Il Centro Studi di Psicologia e Letteratura. Ho cominciato a scrivere nella sua Rivista. A tenere corsi presso la sua cattedra alla Sapienza. A fare conferenza. Ad andare in televisione.
Carotenuto gonfiava l’Io, come una pompa a pressione.
Gliene sono grato. Anche se ho dovuto lavorare per entrare in confidenza con l’aspetto d’ombra di questa speciale relazione.
Il sito sull’ipostaturismo nasce da un suo non detto. Carotenuto non ha mai trattato l’argomento della altezza. Ufficialmente non era disposto a parlare di sè. Me ne dispiacevo, allora. Lo capisco solo in parte, adesso. Eppure il suo insegnamento di accedere al mondo attraverso l’autenticità delle nostre zone umbratili mi ha guidato in questa impresa.
Carotenuto è stato uno psicoanalista ipostatutario. Questo sito gli è debitore.
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